È possibile vedere il video del discorso di Houria qui.
Houria Bouteldja, membro fondatore e portavoce del Partito degli Indigeni della Repubblica (PIR) è un cittadino francese di origine algerina e al contempo attivista dichiarato sui diritti dei residenti francesi di origine africana e araba.
Il Partito degli Indigeni della Repubblica – il primo partito politico decoloniale del suo genere in Francia – è stato istituito nel 2010, cinque anni dopo la nascita del movimento cui il partito si ispira.
PIR è una risposta agli ambienti culturali e sociali della Francia, politicamente allineato a “La chiamata per la repubblica indigena”, pubblicato nel gennaio 2005, che ha evidenziato le condizioni islamofobe, sioniste e eurocentriche di una repubblica neo -coloniale.
Il Partito degli Indigeni della Repubblica è da considerarsi il risultato di una duplice dissoluzione – da una parte l’indipendenza africana, e dall’altra l’integrazione della popolazione colonizzata in passato e perennemente vista come “l’indigeno” in Francia. L’attuale situazione in Francia ha portato ad una riflessione collettiva circa le possibili alternative volte a contrastare la politica di oggi: una politica che ha portato al 70 %, una netta maggioranza quindi, dei prigionieri arabi e neri all’interno del sistema giudiziario francese.
In contrasto con la percezione generale, diffusa tra la popolazione occidentale, secondo cui l’indipendenza delle nazioni colonizzate ha in realtà posto fine all’imperialismo e al colonialismo, il PIR sostiene che questo è solo il primo passo verso il mero processo di decolonizzazione: l’indipendenza non ha determinato l’abbandono del concetto di controllo sugli indigeni, quanto piuttosto il ritorno sistematico degli indigeni alla loro origine. Dunque, il PIR intende sostituire la nozione di integrazione con la nozione di indipendenza. In ciò, l’organizzazione non vuole essere soltanto un movimento anti –capitalista bensì, superando il pensiero anti-capitalista stesso, vuole porsi come partito decoloniale.
Definizione :
Indigeni della Repubblica: il PIR ritiene che gli indigeni siano tutti i soggetti coloniali della Repubblica di Francia. Questi sono i popoli che sono stati precedentemente sottoposti a un codice indigeno di inferiorità ancora pervasivo, nonostante l’indipendenza data alle loro nazioni di origine. Questi individui sono ancora discriminati per il loro essere indigeni, ovvero non-bianchi e di conseguenza soggetti ad uno stato implicito di alterità. Tutto ciò in netto contrasto con la posizione-guida della Repubblica francese nella difesa dei diritti dell’uomo.
Il rapimento ideologico
PIR attribuisce una notevole importanza all’indipendenza: più specificamente, alla libertà politica, ideologica, organizzativa e finanziaria. L’organizzazione rifiuta di definire tale indipendenza in termini astratti, preferendole invece una definizione del fenomeno concreta.
Ciò mette in evidenza quanto l’ideologia politica sia stata caratterizzata da una vera e autentica esperienza: un’ideologia politica che contrasta e si oppone ai principi imposti all’organizzazione attraverso strutture quali l’illuminismo, il marxismo, il razionalismo occidentale, l’universalismo e il repubblicanesimo. Questi concetti sono ritenuti dal PIR essere in sintonia con l’idea di storicità lineare che legittima “la supremazia dei bianchi”, e rappresenta una situazione in cui il fascino imposto del “privilegio dei bianchi” – sulla base della razza – deve essere contrastato.
Diventare decoloniale significa emanciparsi nello spirito: la sospensione e la liberazione dall’esistenza imposta ai non-bianchi dai bianchi. Il PIR sostiene che il potenziale per diventare decoloniale è dentro ognuno di noi ma è continuamente represso. L’obiettivo del PIR è di incoraggiare la realizzazione di questo potenziale. Questo costituisce il primo dei tre argomenti addotti dal PIR: il rapimento ideologico.
Il rapimento ideologico
Il PIR ha tratto beneficio dal lavoro di una serie di attivisti di prima generazione, le cui esperienze hanno contribuito a sviluppare delle posizioni scettiche e di critica verso la sinistra e la sua deliberata strumentalizzazione della morale anti-razziale e degli obiettivi del movimento stesso. A questo riguardo, il PIR sostiene la necessità di mantenere un corpo politico forte, che possa incidere radicalmente e alterare la radice dei problemi esistenti in Francia.
La sinistra pone un accento eurocentrico sulle questioni di classe e di occupazione, mentre il Partito degli Indigeni della Repubblica, seppur ammettendo l’importanza di tali questioni in Francia, stabilisce un differente ordine di priorità per gli indigeni mettendo al primo posto le questioni razziali, la violenza della polizia, l’islamofobia e il sionismo. In accordo a quanto dichiarato da un famoso sociologo algerino, secondo cui “esistere significa esistere in termini politici”, affinché sia fatta luce sulle suddette questioni è di fondamentale importanza che un’organizzazione esista e che incoraggi sia l’azione che il dibattito all’interno dell’arena politica in Francia. Il PIR ritiene prioritario il conseguimento dei suoi obiettivi politici decoloniali rispetto all’eventuale formazione di alleanze politiche.
Secondo il partito, la presa di posizione decoloniale in Europa non è da ascrivere limitatamente alla popolazione dei bianchi. Piuttosto, il PIR suggerisce che la condizione attuale di vita dell’individuo post-coloniale in Europa – da intendersi come gruppo di individui che conduce liberamente e scientemente la propria esistenza nella posizione subalterna in cui gli indigeni sono rilegati dall’ordine sociale vigente – sia nella realtà dei fatti complice del sistema di sfruttamento dei popoli colonizzati del Sud, a causa dell’inazione e del cieco consumo di merci capitalistiche.
Il rapimento organizzativo
La dipendenza di altre organizzazioni politiche esistenti da forme di finanziamenti governativi ha portato ad una significativa mancanza di indipendenza ideologica. L’aiuto finanziario fornito dallo Stato pone notevoli restrizioni sulle azioni degli organi politici. Il PIR ha corroborato, invece, la sua indipendenza con il rifiuto di chiedere aiuti finanziari al governo e governandosi, così, attraverso forme di auto-finanziamento grazie alle donazioni e alla vendita di prodotti ideati e realizzati dall’organizzazione stessa.
Al momento, il PIR si sta concentrando su un progetto decoloniale globale, con particolare attenzione ai problemi degli indigeni che interessano l’intera comunità francese. L’organizzazione sostiene che al fine di liberare gli indigeni, sia prerequisito fondamentale la liberazione del bianco, e viceversa.
Fin dalla fondazione del Partito degli Indigeni della Repubblica, l’organizzazione ha dovuto fronteggiare, soprattutto da parte della sinistra, le accuse di essere razzista, etnicista e anti-bianco, in ragione del fatto che il partito ha sempre posto un rifiuto netto di aderire ai principi che definiscono “un’organizzazione di sinistra”. Ciò ha portato all’isolamento del PIR da parte di altre organizzazioni politiche antirazziali, oltre che da parte della comunità locale, i quali temono la perdita dei contributi finanziari per mano della sinistra.
Ci sono però una serie di risultati positivi derivanti dalla posizione di indipendenza del PIR. Negli ultimi otto anni di vita del partito, il PIR è riuscito ad affermarsi a livello nazionale, e ha raggiunto uno stato di incontaminata autenticità e di completa autonomia. Il PIR cerca una liberazione collettiva, e pone questioni difficili nei riguardi della sinistra eurocentrica per quanto riguarda la colonialita’ del potere.
Cosa significa “decolonizzare l’Europa” ?